6 agosto
Sono in villeggiatura in un cimitero sul mare (per scrivere un pezzo). Qui ambiente raffinato, tristezza e tetraggine, ma non solo. Articolo su “Spiaggia triste”, unica al mondo (dicono proprietari). Adiacente un bollitore industriale per cadaveri, scopo smaltire vecchie ossa e far posto per le nuove. Comunità di poeti tristi rannicchiati all’ombra delle lapidi. Convegno “la poesia nasce dalla sofferenza: non è una domanda, è una certezza“. Quelli felici della poesia se ne fottono. Cibo buono. Acidi un po’ basici ma soddisfacenti. Fumo a volontà (Marlboro è sponsor ufficiale – gente vuole crepare, pubblicità fumo permessa). Mare pulito. Ieri concerto di Aznavour e declamazione del Foscolo. Stasera sabba. A seguire mostra delle migliori fotografie stampate sui nuovi pacchetti Marlboro: cadaveri a go go, malattie, bambini piangenti. Tristezza assicurata (qualcuno ride, ma è riso isterico; riso isterico concesso, risate grottesche idem). Sto drogandomi a intervalli regolari con innumerevoli antidepressivi (non solo Cipralex, anche altro); questi pazzi mi vogliono morto. Temo sacrificio umano quanto prima. Comunque tengo rivoltella in tenda nascosta sotto sacco a pelo. Odio campeggio con ogni brandello del mio corpo. Suppongo faccia parte di tristezza. Volete che scriva articolo su supereroi? Qui solo super-tristi. Mi chiedono tutti se secondo me morire fa male, ho finito i dipende e i vaffanculo. Avrete presto notizie di me. Spero.

Ps: conosciuta ragazza triste (sono tutte tristi) ma figa (meglio che allegra ma brutta da togliere la pace ai vivi e ai morti), composti alcuni versi d’occasione per vedere se ne esce fuori un po’ di sesso triste (anche pietoso mi va bene).

AMORE ALL’OMBRA DEL BOLLITORE INDUSTRIALE PER CADAVERI

Seguiremo le mura
del cimitero
dove Cassiopea declina
e l’azzurro del cielo
si confonde nei tuoi occhi
e la tua bocca
sarà quel fiore chiamato
orchidea
il suo profumo
sarà cenere
di tibie e denti
o spermi epilettici
di gelsomino

e dissacrando il morbido
silenzio
seguiremo il sentiero
tra le fosse dissanguate
oltre la ciminiera
dove il buio penetra le ossa
e precipita
nei tuoi occhi
violentando la notte
di un dolce stupro
figlio della tua bellezza.

Il fiore chiamato orchidea
seccherà tra le mie mani
e faremo l’amore
all’ombra lunare
del bollitore industriale
dove la corruzione dei corpi
incede dal nulla
a un nulla
più profondo,
definitivo.

Lascia un commento